mercoledì 23 gennaio 2008

sull'arte e il copyright

Dovremmo tutti avere a casa degli album di Andrea Pazienza, o meglio dovremmo avere tutti a casa dei disegni della musica, dei libri, dei quadri, delle foto e quant’altro riguardi la produzione umana che non sia mera tecnica, ma che abbia la capacita’ di stimolare i mostri sensi in modo da coltivarli al meglio. Dovremmo contornarci dell’opera di quei geni che con le loro capacita’e il loro polimorfismo produttivo hanno saputo cogliere e rappresentare quei tratti della realta’ umana in cui tutti ci riconosciamo, ci ritroviamo e ci ristoriamo. L’arte ossia cio’ che rappresenta le capacita’ umane nelle sue produzioni migliori dovrebbe sempre essere presente nelle nostre case nella maggior quantita’ possibili, Questo non solo a ricordarci a quali altezze possa arrivare la mente umana, ma perche’ in questo rappresentarsi la nostra anima si riscopre e si coltiva. Coltivandosi migliora...
E per questo motivo che non riesco a comprendere appieno il copyright o meglio il diritto d’autore. Se posso capire che l’artista attraverso la sua produzione si emancipi dal bisogno e divenga economicamente indipendente, tanto meglio se e quando questo prelude a nuove produzioni, mi riesce difficile capire se non guardando all’artista come ad un elemento del mercato, come si possa conciliare l’enorme massa di denaro che serve a far fruire un’opra d’arte.
Guardando all’arte come a qualcosa di bene a me sembra normale che tutti ci dovremmo occupare affinche’ questo bene raggiunga il maggior numero di persone possibili. Per far questo non e necessario far diventare l’artista un nababbo... per no parlare poi di quando l’artista e’ morto: chi puo’ piu’ accampare diritti su cio’ che ha prodotto un artista che non c’e’ piu’.
Intendiamoci, qui non sto parlando di quadri o altre opere in copia unica il cui valore e’ dato proprio dalla loro unicita’. Parlo di immagini suoni e scritti che una volta realizzati vengono distribuiti in quantita’ tali per cui il loro valore praticamente dovrebbe essere quello delle materie prime aggiunto di quello che basta a pagarne la produzione e distribuzione (tre pezzi di plastica per i CD e toto fogli di carta per i libri etc).
L’ arte appartiene a tutta l’umanita’ che ne detiene il diritto d’autore e di godimento nella sua totalita’.
Quello che succede oggi a l’arte proprio non mi va’.
Attraverso il diritto d’autore cosi’ com’e’ realizzato oggi non si mantiene l’artista, si trasforma l’arte in proprieta’ privata i cui diritti si possono addirittura ereditare. Io non accetto tanto volentieri , comprando un CD o un libro, di mantenere il figlio o il nipote di un’artista che magari e’ una capra da questo punto di vista, ma che vive grazie al fatto di essere nato figlio di uno scrittore o di un musicista. La vedo come una cosa medioevale. Nemmeno una societa’ che post mortem arista e mi accampi diritti su cio’ che e ‘ stato fatto a nome di quell’artista mi convince troppo.
Insomma che attraverso l’opera d’arte l’ artista si mantenga e prosperi e’ accettabile, ma che attraverso l’arte si crei un giro vorticoso di denaro che alla fine non ha piu’ come obiettivo il mantenimento dell’artista e delle strutture di produzione e distribuzione, ma la produzione di denaro stessa. Questo poi porta a delle distorsioni visibili a tutti...
In conclusione la produzione artistica in quanto patrimonio dell’umanita’ dovrebbe essere accessibile a tutti e una societa’ che voglia migliorare dovrebbe preoccuparsi che tutti il il piu’ possibile se ne venga a contatto permeando l’arte la nostra vita. In quest’ottica il diritto d’autore com’e’ utilizzato oggi e’ un impedimento piu’ che un aiuto per l’arte.

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